Municinque News

Notizie e approfondimenti sul Municipio 5 del Comune di Milano

                                                                                                               a cura di Flavio Verri                                                                                                   



SPECIALE ELEZIONI AMMINISTRATIVE MILANO 2021

DEFINITA LA NUOVA COMPOSIZIONE DEL MUNICIPIO 5


CHI SONO

nato a Milano nel 1973, da sempre vissuto al Vigentino,

dopo la maturità classica ho conseguito la laurea magistrale in giurisprudenza all'Università Cattolica,  lavorando quindi dapprima come legale d'azienda (tra cui l'esperienza di responsabile dell'area legale in Rinascente/Upim Spa) e successivamente scegliendo di svolgere la libera professione di avvocato nel settore del diritto civile e amministrativo.

Mi sono candidato per la prima volta alle elezioni amministrative del  2016 per il Municipio 5 nelle file della Lega Nord risultando (anche grazie a Voi) eletto, periodo nel quale sono stato Presidente della Commissione urbanistica, edilizia pubblica e privata lavori pubblici e capogruppo del mio partito.

Nel corso di questa bella esperienza, oltre a predisporre una quarantina di delibere, di presiedere 118 sedute di commissione e di partecipare al 100% delle sedute di Consiglio, ho avuto occasione di scrivere qualche articolo sui temi delle trasformazioni urbanistiche che interessano il nostro territorio e ho scritto e pubblicato un piccolo libro dal titolo "Il Consigliere di Municipio" che cerca di fornire tutte quelle informazioni utili a chi voglia intraprendere questo percorso.

FLAVIO VERRI

ANCORA AL MUNICIPIO 5

e l'impegno continua

domenica 3 e lunedì 4 ottobre la nostra città sarà chiamata a eleggere non solo il nuovo sindaco ma anche il presidente del nostro Municipio 5 e i consiglieri di Municipio.


Cinque anni fa mi sono presentato per la prima volta alle elezioni del Municipio 5 nelle file della Lega Nord, risultando eletto consigliere e divenendo presidente della Commissione Urbanistica, Edilizia Pubblica e Privata, Lavori Pubblici nonché capogruppo del mio partito.

Non è stato facile suddividere l’impegno tra la professione di avvocato e le attività municipali, soprattutto quando si cerchi di svolgere entrambe le attività con la stessa intensità, dedizione e passione. Credo però di esserci riuscito o, almeno, così risulta dagli apprezzamenti ricevuti e forse anche dai numeri che, seppur aridamente, possono cristallizzare l’attività svolta.


Durante questa affascinante esperienza mi sono dedicato alle importanti trasformazioni urbanistiche che interessano il nostro territorio, tra le quali il completamento dell’intervento Symbiosis, la trasformazione e riqualificazione dello scalo ferroviario “Scalo romana” (chiamato prossimamente ad ospitare il villaggio olimpico delle olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026), il completamento del P.I.I. Monti Sabini con i relativi servizi pubblici attesi (scuola, servizio sportivo, ecc.), il recupero degli edifici direzionali dismessi (ex Ligresti) di Via Antegnati e Via Amidani, diversi nuovi studentati, la riqualificazione di Piazza Trento e via Crema, promuovendo anche il concorso di idee per dare un nome alla “piazza senza nome” al Gratosoglio che ha portato alla scelta di “Agorà delle torri bianche”.

Sarà  che ci sono nato e cresciuto ma sono convinto che il nostro territorio sia uno fra i migliori in cui vivere a Milano, anche per la presenza del Parco agricolo Sud Milano e del Parco del Ticinello, dei borghi di Chiaravalle e di Macconago, delle diverse cascine, elementi che possono certamente essere ancor più e ancor meglio vissuti, salvaguardati e valorizzati.

 

C’è ancora molto lavoro da fare su aspetti altrettanto importanti e urgenti come, ad esempio, il tema della mobilità e della viabilità (vedi il caso di Via Ripamonti che questa amministrazione comunale ha voluto lasciare perennemente disconnessa e piena di buche), e sono stato promotore della delibera per chiedere di dotare il Municipio 5 di una nuova linea metropolitana lungo la Via Ripamonti, richiesta che vogliamo portare avanti. Serve un maggiore controllo e maggiore severità verso coloro che deturpano con continui abbandoni di materiali e sversamenti vari le nostre vie e il nostro verde, come accade in Via Vaiano Valle, sperando anche di riuscire ad allontanare definitivamente chi da tali attività illecite ne trae ingiusto profitto e chi occupa illegalmente aree e immobili.


Desidero continuare il mio impegno ma questo sarà possibile solo anche grazie al Vostro prezioso aiuto. Per questo Vi chiedo di poter esprimere domenica 3 e lunedì 4 ottobre così il Vostro voto e se possibile di estendere l’invito anche ai vostri amici, familiari e conoscenti.


Flavio Verri


SINTESI DEL PROGRAMMA

DI COALIZIONE DI CDX DEL MUNICIPIO 5


NUOVI POTERI E FUNZIONI AI MUNICIPI

potenziamento del ruolo dei Municipi per favorire una maggiore vicinanza dell’amministrazione alle esigenze dei cittadini attraverso la completa attuazione del regolamento di istituzione dei Municipi con conseguente incremento delle attribuzioni di competenze


NUOVA LINEA METRO E PISTE CICLABILI SICURE

- l’esigenza primaria è certamente costituita dalla necessità di una nuova linea metro e/o nuove tratte della linea metropolitana che consentano di collegare la più remota periferia sud Milano con il centro città, con particolare riferimento al crescente bacino d’utenza che gravita lungo tutto l’asse di Via Ripamonti (sulla quale sarà da effettuare la sostituzione dell’armamento tranviario per risolvere il problema buche) sino alla realtà dell’IEO – Istituto Europeo Oncologico con eventuale ipotesi di prolungamenti successivi verso Opera/Locate Triulzi (stazione FS)

- la previsione di realizzazione di nuove piste ciclabili SICURE e i tratti di interconnessione con quelle già esistenti solo senza l’eliminazione degli spazi destinati alla sosta dei veicoli e senza intralci nelle vie di grande scorrimento


EDILIZIA SCOLASTICA

le strutture insistenti nel nostro territorio necessitano di interventi estesi e consistenti sia per quanto attiene la manutenzione straordinaria sia quella ordinaria. Il nostro compito sarà quello di individuare e segnalare le priorità di intervento e di concorrere nella individuazione del reperimento delle risorse necessarie all’esecuzione delle opere, vigilando sull’esecuzione degli interventi a regola d’arte


SICUREZZA

consapevoli che la competenza in merito è in capo al Comune attraverso il Corpo della Polizia Locale, l’impegno del Municipio sarà quello di favorire un maggiore e più coordinato presidio del territorio. Questo dovrà essere attuato con le Forze dell’Ordine preposte ma anche con il coinvolgimento di tutte quelle realtà con esperienza in campo di sicurezza e presidio del territorio che si rendono disponibili o verranno demandate a tali compiti, perché un segnale forte di presenza sul territorio da parte delle Istituzioni è una fondamentale, ma non unica, risposta a quel livello di insicurezza percepita.

Il servizio dei Vigili di Quartiere dovrà tornare ad essere un presidio costante sul territorio, innanzitutto ritornando ad avere una gestione diretta dei Comandi Locali in maggior sinergia con i Municipi prevedendo un incremento di personale impegnato.

Inoltre sarà costante l’impegno alla promozione di iniziative di carattere aggregativo che rivitalizzino il territorio, contrastando il degrado e rendendo, quindi, i nostri quartieri più sicuri


EDILIZIA E URBANISTICA

riconoscendo il valore pioneristico dell’edificazione realizzata da Prada che ha fatto da volano a tutto lo sviluppo circostante, tra gli interventi in corso assumono particolare rilievo quello relativo allo Scalo di porta Romana (destinato in prima istanza ad ospitare il villaggio olimpico per le Olimpiadi invernali 2026), il completamento del comparto Symbiosis, la trasformazione e riqualificazione di Piazza Trento e delle vie circostanti oltre alla realizzazione di alcuni nuovi studentati.

Un’attenzione sarà rivolta al post-Olimpiadi ed in particolare al tema dell’abitare per quanto riguarda la destinazione finale degli alloggi costruiti per l’evento che verranno successivamente riutilizzati per altra funzione. La destinazione come residenze universitarie, già ipotizzata dalla Giunta Comunale uscente, non trova piena soddisfazione in quanto altre simili funzioni sono nelle vicinanze e comunque si ritiene corretta una valutazione condivisa su quali siano le effettive esigenze “dell’Abitare” per la nostra realtà territoriale.

Proseguiremo l’impegno affinché giunga a compimento il P.I.I. Monti Sabini, processo riattivato su iniziativa Municipale e che ha visto una approfondita attività di ricognizione e aggiornamento del fabbisogno dei servizi ritenuti necessari per la cittadinanza. Riteniamo fondamentale insistere sull’Amministrazione Comunale affinché siano fatti concreti passi avanti per pervenire all’atteso completamento del PII, anche in relazione alla parte pubblica che garantisca la dovuta qualificazione del contesto, oggi oggetto di degrado


INSEDIAMENTI IRREGOLARI E ABUSIVI

si ritengono imprescindibili il rispetto dell’ambiente e della proprietà privata. La loro violazione implica una lesione non solo al singolo ma della comunità tutta.

Verrà contrastata ogni forma di illegalità che si manifesti con l’occupazione di spazi pubblici, siano essi immobili di proprietà comunale, strade o parcheggi, mediante un nucleo di Polizia Locale preposto a queste funzioni. Per gli edifici privati, si chiederà di procedere con celerità al ripristino delle condizioni di sicurezza necessarie, agendo con decisione mediante un intensificato presidio di quelle aree affinché si possa attuare l’allontanamento di tutte le persone che non abbiano titolo di permanenza sul nostro territorio.

Con riferimento al campo di Via Chiesa Rossa, sorto nel 1999 per dare risposta alle comunità nomadi in transito dalla città, oggi riveste la caratteristica di stanzialità da parte degli abitanti, con problematiche di illegalità diffusa come rilevato dai fatti di cronaca di pubblico dominio.

Riteniamo, pertanto, che si debba iniziare un percorso di smantellamento del campo, secondo le modalità che rientrano in un piano complessivo di interventi sulla città


PARCO SUD E AREE VERDI

l’area del Parco Sud costituisce la maggiore parte di zona verde del territorio sulla quale non intendiamo operare alcuna concessione per nuove costruzioni, caratterizzando l’impegno a percorsi di riqualificazione di aree già compromesse con funzioni compatibili e che mirino ad integrarsi quali opportunità anche per il contesto urbano circostante.

L’intento è quello di valorizzare la fruizione del Parco Sud per poterlo maggiormente vivere da parte di famiglie e della cittadinanza tutta, valutando con favore ogni iniziativa in tal senso come quella sostenuta dal Municipio di rendere pedonale Via Vaiano Valle in tutti i week end e giorni festivi ricompresi tra aprile e ottobre.

Restano zone compromesse e di degrado costituito prevalentemente da abbandoni di rifiuti sulle quali si dovrà intervenire efficacemente favorendo l’uso di telecamere che effettuino un monitoraggio continuo o ricorrendo al posizionamento di fototrappole, interventi già più volte sollecitati ed ancora inattuati.

Non di meno, sarà necessario mettere in campo azioni che favoriscano una cultura della legalità anche per i reati ambientali ed una incentivazione alla denuncia da parte dei cittadini


PROGRAMMAZIONE DI NUOVI SERVIZI E OPERE PUBBLICHE

permane tra la necessità, oltre alle nuove linee di metropolitana, di una nuova piscina, del ponticello a scavalco della Roggia Vettabbia in Via Corrado il Salico, di un nuovo ponte ciclopedonale a scavalco del Naviglio Pavese, di montascale per disabili a superamento delle barriere architettoniche sui ponti esistenti sul Naviglio Pavese e della realizzazione di canaline per l’attraversamento con biciclette, della manutenzione e messa in sicurezza del pavé dissestato lungo alcune vie del nostro Municipio oltre ad un intervento di valorizzazione con pulitura dell’alveo e degli argini della Roggia Vettabbia e del risanamento conservativo della vecchia chiusa in disuso posta in prossimità di Via Broni/via Gargano


CULTURA

intendiamo continuare a favorire il coinvolgimento del maggior numero di cittadini possibile, sostenendo iniziative culturali proposte da singoli cittadini, associazioni ed enti presenti sul territorio, accogliendo ogni proposta di rilievo da parte di eccellenze poste anche all’infuori del nostro territorio municipale. Valorizzeremo eventi, incontri con realtà positive e con persone che possano entusiasmare, riscoprendo il gusto per la cultura e per la bellezza. Coinvolgeremo tutte le fasce d’età, dai più piccoli ai più grandi, dislocando le attività culturali e le manifestazioni in più aree del territorio e cercando di favorire lo scambio culturale tra generazioni e tra le diverse culture.

Riteniamo punto fondamentale della cultura la valorizzazione di luoghi simbolo del territorio e questo può avvenire anche tramite l’uso di diversi tipi di illuminazione come anche di percorsi d’informazione del valore simbolico del luogo


SPORT

concetti quali la disciplina, lo sforzo finalizzato ad un obbiettivo, l’amicizia, il rispetto delle regole, il rispetto degli avversari, il saper vincere ma anche perdere, sono alla base di un’educazione sportiva sana, che non si basa solo sulla valorizzazione del gesto tecnico-atletico, ma dà la possibilità che semplici concetti si trasformino in valori utili per la vita quotidiana.

Questa “missione” è svolta e, quindi, da valorizzare, da gran parte dagli Enti Sportivi ma, soprattutto, dalle Associazioni Sportive Dilettantistiche che operano sul territorio.

L’attenzione alle loro istanze, per agevolare questo compito, deve essere una priorità programmatica del prossimo governo della Municipalità.

Anche gli spazi aperti attrezzati per la pratica sportiva ed il tempo libero sono ambiti di aggregazione, a cui il Municipio porrà particolare attenzione con la sistemazione e la riqualificazione di quelli esistenti ma di problematica utilizzazione e con la creazione di nuove strutture sportive, specie negli ambiti di sviluppo urbanistico del nostro Municipio

Programma di Luca Bernardo

candidato Sindaco per la Città di Milano

CLICCA QUI PER SCARICARE IL PROGRAMMA ELETTORALE BERNARDO SINDACO


E' uscito

Il Consigliere di Municipio

un manualetto utile per comprendere la storia,

i compiti e le  funzioni dei Municipi del Comune

di Milano



Uno strumento per chi voglia intraprendere il percorso di consigliere municipale



Con la prefazione dell'arch. Franco Zinna ( Direzione Quartieri e Municipi del Comune di Milano) e di Alessandro Bramati (Presidente Municipio 5)




ACQUISTABILE NEI PRINCIPALI STORE ON LINE (MONDADORI, FELTRINELLI, IBS, LIBRACCIO) O ORDINABILE PRESSO LE LIBRERIE DI QUESTE CATENE


SUL SENTIERO DELLA TRASFORMAZIONE

E  RIQUALIFICAZIONE


Siamo giunti a una fase "calda" del percorso  avviato per la trasformazione dello scalo ferroviario "Scalo romana" e per la riqualificazione di Piazza Trento e di Via Crema.

Quanto al primo, il 31 marzo 2021 è stato presentato urbi et orbi il Masterplan dell'area scalo che avrà come primo obiettivo, quantomeno sotto l'aspetto temporale, il compito di ospitare il villaggio olimpico delle Olimpiadi Invernali 2026.

Ma anche la realtà di "a2a" non è stata certo inerte in quanto, ottenuto l'ok di massima alla realizzazione del suo nuovo grattacielo-headquarter in piazza Trento, ha proseguito nell'attività di progettazione per meglio completare anche l'aspetto della riqualificazione di Piazza Trento (inteso come ambito di cui al perimetro delineato dal nuovo PGT 2030) e non solo.

In questo scenario, da completare con gli ulteriori fabbricati in costruzione e che sorgeranno nell'area Symbiosis, i due temi portanti sono certamente quello della trasformazione e della riqualificazione di aree divenute di forte interesse, anche per gli stessi operatori che hanno inteso investire nel comparto sud di Milano, tanto da ambire a divenire il nuovo polo attrattivo della città dopo Porta Nuova e City Life.

Senza entrare troppo nel merito delle singole scelte progettuali operate, rispetto alle quali ciascuno avrà un proprio giudizio, vanno comunque sin d'ora effettuate delle prese d'atto.

Chi auspicava che Scalo romana, ridenominato dai nuovi proprietari come Parco romana, potesse divenire un piccolo Central Park o un Hyde Park, considerata la percentuale minima di zona a verde garantita insita nell'accordo di programma, sarà rimasto deluso, sebbene l'operatore pare abbia comunque rispettato tale funzione nella misura stabilita.

Dall'altro lato, anche geograficamente parlando, chi si attendeva una continuità pedonale o ciclabile dall'area Symbiosis fino a Via Crema ha dovuto storcere il naso, apprendendo che, rebus sic stantibus, si dovrà necessariamente attraversare la circonvallazione di viale Isonzo mediante un semplice e classico attraversamento semaforico a raso.

Queste due immagini hanno un comun denominatore: il ruolo e l'incidenza che le infrastrutture viarie - siano essere ferroviarie o stradali - rivestono in tali progettazioni e il limite che esse rappresentano nel realizzare un intervento di trasformazione e riqualificazione a tutto tondo.

Proviamo, infatti, a immaginare un Parco Romana ove la ferrovia fosse interamente interrata, con conseguente disponibilità dell'area superficiaria a verde fruibile e non parcellizzata in ambiti tra loro disgregati come invece da Masterplan, con possibilità anche di realizzare uno specchio d'acqua.

Proviamo anche a immaginare un percorso che, da Parco Romana, si dirami verso nord verso Piazza Trento, scavalcando perpendicolarmente la barriera di viale Isonzo, per atterrare in via Crema e poter proseguire verso Porta Romana, superamento che potrebbe anche avvenire, in alternativa, interrando in quel tratto proprio la circonvallazione, così da far divenire tutta piazza Trento un'area sicura per pedoni, ciclisti e - a chi piace - anche "monopattinisti".

Tali superamenti non sono tecnicamente impossibili ma hanno costi non compatibili con i piani economici finanziari dei rispettivi operatori-investitori che sono chiamati, pur sempre, a conseguire una redditività da tali operazioni immobiliari.

Certo, ci sarà lo stesso una interessante trasformazione e una sensibile riqualificazione, anche se in quella relativa a Piazza Trento e via Crema la riqualificazione pare che costerà e sconterà  la soppressione dapprima di circa 150 e quindi di oltre 300 posti auto su strada attualmente esistenti e massivamente utilizzati.

Peccato perché si sta comunque perdendo un'occasione per realizzare qualcosa di unico e completo, con soluzioni progettuali in grado sì di rigenerare ma anche di evitare l'insorgenza di pregiudizi a specifiche esigenze di cittadini.

E forse sarebbe da riconsiderare l'intervento del soggetto pubblico che potrebbe fornire un proprio significativo apporto, anche in termini economici, per risolvere quelle interferenze date dalla presenza di preesistenti infrastrutture viarie che spesso limitano la bellezza,  l'utilità e l'efficacia del risultato finale.



7 questioni IRRISOLTE e PROSPETTIVE intriganti dell’area SUD di Milano, il Municipio 5

Scalo Romana, nuovi studentati, futura linea M6 e aree degradate: sette radicali trasformazioni attese o auspicate per il municipio agricolo di Milano


di Flavio Verri

23/01/2021


Per leggere questo articolo sui problemi e prospettive del Municipio 5 pubblicato da Milano Città Stato clicca il link sottostante


https://www.milanocittastato.it/rinasci-milano/7-questioni-irrisolte-e-prospettive-intriganti-dellarea-sud-di-milano-il-municipio-5/


LO STRANO CASO DI PIAZZA TRENTO

Quando il PGT mostra i suoi limiti e incongruenze


Era il 2 giugno 2019, festa della Repubblica, quando il Sindaco Beppe Sala - a PGT non ancora approvato - apriva il suo ufficio ad alcuni cronisti ai quali veniva esibito il rendering del progetto del nuovo grattacielo di A2A da realizzare in Piazza Trento, le cui immagini venivano pubblicate il giorno successivo da alcuni quotidiani.

Ben prima, nel luglio 2018, il Municipio 5 aveva espresso parere contrario all’inclusione di Piazza Trento nel novero delle c.d. 6 Piazze (che poi sarebbero diventate 7) alle quali riservare speciale disciplina con facoltà di superamento dell’indice di edificabilità territoriale massimo, sull’evidenza che piazza Trento di piazza abbia solo il nome e che la stessa non pareva rispondere ad alcuno dei requisiti indicati, essendo omessa peraltro ogni indicazione sullo sviluppo e trasformazione dello Scalo Romana.

Il PGT veniva comunque approvato con il mantenimento di piazza Trento nell’ambito delle c.d. 7 Piazze e, nel settembre 2020, A2A presentava un primo progetto preliminare ex art. 40 R.E. costituto essenzialmente da due elementi: a) l’intervento privato del nuovo Headquarter di A2A, nel versante sud di Piazza Trento-Viale Isonzo confinante con lo Scalo Romana (una torre di 144,45 metri di altezza e edificio a “stecca” sviluppato in orizzontale) e b) l’intervento per la rigenerazione dello spazio pubblico insistente in tale perimetro, nel versante nord, che comprende - assieme ad altri interventi ipotizzati - la creazione di uno spazio da adibire a sagrato della Parrocchia Sant’Andrea in Via Crema. Si riteneva – come tuttora si ritiene – che tali due componenti dovessero essere considerate necessariamente come un unicum, in quanto parti di una medesima previsione contenuta nello strumento urbanistico per quel determinato ambito. Al riguardo la relativa Conferenza dei Servizi, anche sulla base del parere rilasciato dalla Commissione per il Paesaggio, suddivideva la disamina esprimendo esito favorevole dell’istruttoria preliminare per il progetto dell’Headquarter A2A e respingendo invece al mittente il progetto sulla riqualificazione degli spazi pubblici, ritenuto questo inammissibile in quanto ritenuto privo del necessario valore aggiunto che quell’intervento di rigenerazione dovrebbe apportare.

Da parte sua il Municipio 5, apprezzando da un lato l’innovatività e l’eco sostenibilità dell’edificio a torre che richiama ad una ciminiera a retaggio della vocazione produttiva dei tempi che furono ma interrogandosi allo stesso tempo sulla compatibilità della torre con il contesto circostante e sulla necessità di un tale sviluppo verticale (rimettendosi pertanto alle più competenti valutazioni della Commissione per il Paesaggio), eccepiva un rilevante contrasto qualitativo tra il progetto edificatorio privato e le opere di riqualificazione proposte per gli spazi pubblici; si indicava la necessità di prevedere uno scavalco ciclo-pedonale di V.le Isonzo, una revisione delle scelte sulla mobilità proposta nelle vie circostanti e un ripensamento integrale sulle scelte operate in relazione all’aspetto parcheggi e sosta, considerato che il progetto prevedeva l’eliminazione di 129 posti auto esistenti.

A metà dicembre 2020, A2A ha presentato nuova richiesta di verifica preliminare ex art. 40 R.E. proponendo una nuova release del progetto inerente la riqualificazione degli spazi pubblici comprensivo della introduzione di una ZTL in Via Crema e l’eliminazione di 203 posti auto per la cittadinanza. Ma l’aspetto più curioso è un abbozzo nel documento illustrativo di una passerella ciclopedonale a scavalco di viale Isonzo, qualificata come “suggestione”, mentre negli elaborati progettuali tale passerella non è più presente, prevedendo il progetto, ben diversamente, l’attraversamento ciclo-pedonale a raso di Viale Isonzo, mediante attraversamento semaforico.

Ma perché verrebbe dapprima indicata una suggestione di passerella a scavalco, che tra l’altro risponderebbe pienamente a quel fine di ricucitura tra periferia e centro indicato nel DdP del PGT proprio in relazione alle 7 Piazze, soluzione che viene poi rinunciata negli elaborati progettuali?

Il motivo è semplice e non credo che, in questo caso, possa essere imputato all’operatore che, tra l’altro, è il primo a doversi cimentare nella realizzazione di un progetto relativo ad una delle 7 Piazze, essendo chiamato a riprogettare gli spazi pubblici di una piazza che tale propriamente non è a causa della sua storica conformazione.

La ragione è che manca un pezzo del puzzle, difetta ancora un presupposto dirimente e al momento “insormontabile” ovvero una disciplina che consenta all’operatore di potersi progettualmente raccordare con l’ambito da cui tale passerella ciclo-pedonale dovrebbe dipartire costituito dal confinante ex scalo ferroviario di Porta Romana, rispetto al quale, dopo la recente aggiudicazione, si è ancora in attesa di rilascio di un primo Masterplan.

Ci si chiede, legittimamente, come sia possibile, rebus sic stantibus, attuare la previsione e le finalità scaturite dalla recente revisione dello strumento urbanistico generale, quando manchi l’altra parte della saldatura, considerato che piazza Trento dovrebbe essere destinata a diventare nuova porta d’accesso della città, il collegamento tra centro e periferia, uno spazio che consenta la permeabilità tra due distinti mondi, una cerniera in grado di stimolare investimenti volti al ridisegno dello spazio pubblico e a favorire il rinnovamento dei quartieri periferici. Come è diversamente possibile attuare tutto ciò senza un percorso, un via di collegamento (ad oggi inesistente in quanto Piazza Trento a sud è ad oggi interclusa) che sia capace di unire la “periferia” a sud dell’ex scalo con il “centro” da via Crema in su fino a Porta Romana, superando la barriera della circonvallazione di viale Isonzo e  realizzando in tal modo ciò che il PGT si prefigge?

Qui emerge manifestamente tanto il grande limite, e anche l’errore, della scelta di stralciare gli ex scali ferroviari dalle previsioni del nuovo PGT subendo le ripercussioni delle discrasie temporali sui rispettivi procedimenti, quanto la conseguenza infelice di voler ostinatamente includere piazza Trento nel novero delle 7 Piazze con i correlati benefits, che invogliano di certo un operatore a investire in progetti edificatori ambiziosi ma che lo fa scontrare con le difficoltà introdotte dalla stessa amministrazione comunale nel raggiungimento delle finalità pubbliche perseguite.

Ad oggi l’unica suggestione della quale vi è maggior certezza, e sulla quale permangono valutazioni discordanti comunque tutte legittime, è l’impattante torre di A2A che ha sinora superato il primo vaglio della Commissione per il Paesaggio e della Conferenza dei Servizi sul suo progetto preliminare e che si avvia a raggiungere il primato incontrastato nello skyline di Milano sud, primato che difficilmente sarà superato dalle nuove progettazioni sull’area del limitrofo ex scalo.

Ma qualora le regole abbiano ancora un valore, l’intervento di Piazza Trento deve essere valutato unitariamente e quindi anche e soprattutto per le opere di riqualificazione degli spazi pubblici: ciò lo impone la disciplina urbanistica sulle 7 Piazze con conseguente sfida per l’operatore di proporre una soluzione altrettanto accattivante. L’auspicio e che si riesca a tradurre la stessa qualità ed innovatività che A2A e i suoi progettisti hanno profuso per il progetto della torre anche nella riqualificazione degli spazi pubblici compresi in tale ambito, individuando ogni soluzione atta a creare l’attesa permeabilità tra versante sud e nord ma senza arrecare pregiudizi per i cittadini, stante che un siffatto intervento dovrebbe apportare un quid pluris per la collettività e non certo una deminutio, come lo sarebbe invece la cancellazione dall’oggi al domani di 203 posti di sosta.



Municipio 5, nodi irrisolti e prospettive

Il territorio del Municipio 5 è costituito dallo spicchio sud di Milano, caratterizzato da variegati elementi, dalla cinta delle mura spagnole che vanno da Porta Romana ai confini con la Darsena, ai quartieri più residenziali sorti via via dalla fine degli 60’ sino agli anni ‘90, gli ambiti c.d. più popolari come il quartiere Gratosoglio, il Lambro, una sponda del naviglio pavese, le numerose rogge come la Vettabbia, non potendo dimenticare altri “gioielli” come Chiaravalle e la sua abbazia, il borgo di Macconago con il suo castello e gli ambiti naturalistici di particolare pregio come il Parco Sud e il Parco del Ticinello.

Negli ultimi tempi i riflettori sono puntati su un’area in particolare, quella ricompresa a cavallo dello scalo romana destinato a essere trasformato per ospitare il villaggio olimpico dei prossimi giochi invernali del 2026 e con il 50% della sua superficie destinata a verde fruibile; nel suo versante nord, in Piazza Trento, è in progetto il nuovo Headquarter A2A con la previsione di una avveniristica torre in cristallo di 144 metri ma con la correlata difficoltà di saper dare risposta soddisfacente alla riqualificazione del circostante spazio pubblico. Nel versante a sud dello scalo si sta progressivamente completando il progetto Symbiosis (edifici direzionali, scuola internazionale, ecc.) in continuità con quanto già attuato da Fondazione Prada che è stata la pioniera della rigenerazione di quell’ambito urbano.

Il Municipio 5 è stato inoltre prescelto dagli operatori per la realizzazione di nuovi studentati per universitari, quali quello di via Castelbarco-Col Moschin che sta sorgendo sulle ceneri degli ex depositi della Rinascente e quello che si insedierà nell’edificio dell’ex consorzio agrario,  investimenti che fanno seguito alla realizzazione del nuovo Campus Bocconi. Credo sia utile interrogarsi se la previsione di una domanda di tutti questi nuovi posti letto sarà ancora attuale in uno scenario post Covid, laddove ci si potrebbe comunque maggiormente orientare su modalità di insegnamento a distanza, anche considerando che - negli intendimenti del Comune – gli alloggi olimpici saranno anch’essi successivamente riconvertiti a studentato.

Si nota, tuttavia, che una costante di tali progettualità è certamente quella della eliminazione di posti di sosta esistenti su strada, con il beneplacito dell’attuale amministrazione comunale, in quanto ogni progetto sopra citato non prevede la creazione di nuovi posti ma la diminuzione se non addirittura l’integrale eliminazione di quelli esistenti. Si è certamente già in cammino verso altre forme di mobilità c.d. più sostenibili ma, allo stesso tempo, ritengo che la battaglia alle auto messa in atto, anche mediante eliminazione di stalli di sosta e riduzione delle carreggiate con corsie ciclabili comparse nottetempo, sia oggi troppo esasperata e irrispettosa nei confronti di coloro che, legittimamente, hanno ancora necessità di utilizzare l’auto non potendo sempre disporre di un box proprio e con rate ancora da pagare per l’acquisto di auto bi-fuel, Euro 6, ibride o elettriche. Come per ogni aspetto, occorre fare i conti con la realtà e l’uso delle vituperate auto (così come l’esigenza di sosta) permane tuttora e a ciò va data risposta, ritenendo che ogni processo di trasformazione o evoluzione delle abitudini dei cittadini dovrebbe seguire i propri tempi naturali per non correre il rischio di ricadere in uno Stato etico di hegeliana memoria.

Certamente un impulso a tale trasformazione può essere dato incentivando e migliorando il trasporto pubblico locale con la creazione di un nuova tratta di linea metropolitana. Difatti, nel Municipio 5 esiste una sola fermata (M2 Abbiategrasso) e, specialmente lungo l’asse di via Ripamonti, si sente un gran bisogno della metro (vedi “M6: la favola della metropolitana ROSA” su Milano Città Stato) che sarebbe già protesa a proseguire nel tempo fino a Noverasco, Opera e Locate Triulzi intersecandosi con la fermata FS e tale esigenza non si risolverebbe certo con il prolungamento del tram 24 fino all’IEO come invece il Comune pare stia ipotizzando. Altro asse interessato dai problemi di mobilità è quello lungo le vie Solaroli-Antonini-Cermenate rispetto al quale si attende ancora una risposta che sappia risolvere o mitigare il quotidiano congestionamento veicolare.

Esistono poi altri ambiti con nodi ancora da sciogliere, quali gli edifici ex-direzionali in disuso da decenni e meta di ricoveri notturni occasionali, quali le torri verdi ENPAM di Via Lampedusa e gli edifici ex Ligresti e ora di Unipol in via Amidani, che reclamano una rapida uscita dallo stato di abbandono e degrado come è fortunatamente avvenuto per gli altri edifici ex Ligresti in via Antegnati, riconvertiti in housing sociale con una trasformazione anche di pregio di tali edifici. Oppure procedere con celerità, giusto per restare in quell’ambito, al completamento del PII Monti Sabini fermo da oltre dieci anni (realizzazione di ulteriori edifici residenziali e soprattutto di servizi pubblici) che il Comune ha inteso inserire nel bando europeo Reinventing Cities, non raccogliendo tuttavia alcuna manifestazione di interesse. Resta inoltre alta la domanda di servizi sportivi, essendo sinora riusciti come Municipio 5, in assenza di una previsione di nuove strutture pubbliche comunali, a convenzionarci per l’utilizzo da parte dei residenti del Municipio delle nuove piscine del Campus Bocconi e di ICS International School di Viale Ortles.

C’è infine un grande problema da risolvere, quello dei continui abbandoni di materiali all’interno del Parco Agricolo Sud Milano e, in particolare, nei pressi della cascina di via Vaiano Valle dove è presente una vera discarica a cielo aperto di materiali più vari, da scarti di edilizia a elettrodomestici fino a parti di automobili. Ben venga quindi l’introduzione di una nuova ricicleria anche quale strumento di contrasto a comportamenti incivili, purché realizzata con tutte le cautele del caso per salvaguardare le aree verdi circostanti ed evitare di ripetere gli errori di Piazza delle Milizie, dovendo al contempo intervenire senza ulteriore indugio anche su quei soggetti che da troppo tempo occupano abusivamente gli immobili circostanti e che da tali abbandoni traggono lauto profitto.

Questa è solo una piccola e limitata finestra sulla più vasta e complessa realtà del Municipio 5 che non è solo uno spicchio periferico della città ma una territorio dove si realizza una completa fusione e sintesi tra innovazione, tradizione e natura.


Municipi e urbanistica, una questione ancora aperta

 

L’introduzione delle municipalità nel Comune di Milano ha comportato alcune variazioni anche nelle dinamiche relative ai procedimenti in materia urbanistico-edilizia rispetto a quanto avveniva in precedenza nell’ambito dei Consigli di zona.

Nella precedenza forma di decentramento, difatti, il Consiglio di zona era chiamato ad esprimere sempre il proprio parere, obbligatorio ma non vincolante, in presenza di una richiesta di rilascio di permesso di costruire (ma non dinanzi a presentazione di DIA o SCIA) e il perimetro in cui il parere del Consiglio di zona operava era racchiuso in quella competenza in materia socio-ambientale, consistendo pertanto il parere in una valutazione positiva o negativa dei riflessi che l’intervento proposto avrebbe potuto generare sul territorio di riferimento sia in termini di impatto sociale sia in quelli di impatto ambientale.

Con la riforma dei Municipi è stata abbandonata questa impostazione, sul presupposto di una riconosciuta ambiguità del concetto di parere socio-ambientale di cui si è tentato il superamento, essendo stata quindi attribuita al Consiglio di Municipio l’espressione del parere, sempre obbligatorio ma non vincolante, su un determinato intervento ma solo se questo preveda opere di urbanizzazione secondaria e servizi (come scuole, chiese, impianti sportivi, ecc.).

L’effetto di tale modifica è stata certamente una rilevante riduzione del numero e tipologie di interventi sottoposte all’esame dei Municipi stessi.

Vi sono poi altri due ambiti in cui avviene la partecipazione del Municipio alle fasi procedimentali di un intervento:

a) la partecipazione alla Conferenza dei Servizi assieme alle altre direzioni e unità organizzative a diverso titolo interessate, per l'esame contestuale degli atti del procedimento e per l’espressione dei pareri “di competenza”;

b) la partecipazione alle sedute della Commissione per il Paesaggio, specie su istanze di permesso di costruire convenzionato con atto d’obbligo relative ad interventi a superamento delle norme morfologiche, partecipazione che avviene per mezzo di un rappresentante del Municipio che non ha tuttavia diritto di voto ma a cui è consentito verbalizzare il relativo “parere”.

Orfani quindi della competenza in materia socio-ambientale, è legittimo interrogarsi su quali presupposti e ambiti “di competenza” oggi i Municipi siano chiamati all’espressione delle proprie valutazioni, laddove, da un lato, spesso il Municipio è invitato alle Conferenze dei Servizi al solo fine di esprimersi sulla qualificazione di “interesse pubblico” da riconoscere all’intervento in esame e, dall’altro lato, in ambito di Commissione per il Paesaggio, non potendo il Municipio avere ruolo per gli aspetti paesistici il cui parere sostanziale per competenza specialistica resta quello della Commissione stessa, il rappresentante municipale potrebbe semmai pronunciarsi solo sull’opportunità o meno del superamento delle norme morfologiche del PGT, potendo tale aspetto rivestire particolare interesse nell’ambito territoriale di riferimento.

A ciò si oppone tuttavia che il Municipio, in sede di Conferenza dei Servizi, non può essere demandata una valutazione di un interesse pubblico dell’intervento che, a mio avviso, deve comunque permanere nella competenza e nella responsabilità del Comune di Milano avendo quest’ultimo molti più elementi, più competenze specifiche, più dati a propria disposizione e una prospettiva cittadina più ampia: semmai al Municipio potrebbe essere più propriamente chiesta una valutazione di “interesse municipale” dell’intervento sulla base della conoscenza delle situazioni presenti nella porzione di territorio amministrata, interesse municipale che può certamente concorrere alla formazione del più complessivo giudizio di “interesse generale” riservato comunque all’amministrazione centrale.

Anche la partecipazione del rappresentante municipale in seno alla Commissione per il Paesaggio sconta i suoi limiti, dal momento che le valutazioni dei commissari sono (giustamente) caratterizzate da un linguaggio ed una specificità tecnica-architettonica non sempre accessibile ai non addetti ai lavori, trovandosi detto rappresentante dinanzi all’apertura di elaborati progettuali mai visti prima (e sui quali non ha pertanto potuto svolgere alcuna disamina o istruttoria preventiva), risolvendosi il ruolo del rappresentante del Municipio il più delle volte in una mera adesione fiduciaria alle valutazioni e al parere reso contestualmente dalla Commissione competente.

Queste sono le principali questioni ancora aperte e che giustificano la necessità di intervenire ulteriormente attraverso una migliore definizione del ruolo e degli specifici aspetti di competenza dei Municipi, anche nella suo risvolto “politico”, nel rapporto con il Comune e la sua Direzione urbanistica affinché sia risolta e dipanata quella zona grigia che per certi aspetti si è venuta equivocamente a creare.

Ma gli equivoci e le incongruenze non si fermano qui.

Esemplare è il caso di Piazza Trento che la revisione del PGT ha incluso nel novero delle c.d. 7 Piazze (Loreto, Maciachini, Lotto, Romolo, Abbiategrasso, Trento, Corvetto) “radicalmente ripensate come porte a vocazione pedonale, cerniere in grado di stimolare investimenti volti al ridisegno dello spazio pubblico e a favorire il rinnovamento dei quartieri periferici”, piazze nelle quali è stata concessa dallo strumento urbanistico la facoltà di poter superare l’indice di edificabilità territoriale massimo.

Tra queste, Piazza Trento è stata la prima ad essere oggetto di una progettualità da parte di una importante realtà quale è A2A che intende, da un lato, realizzare il suo nuovo Headquarter anche mediante realizzazione di una torre-faro di 144,45 metri dalle fattezze di una ciminiera in cristallo e, dall’altro, riqualificare lo spazio pubblico di piazza Trento e delle vie limitrofe ricomprese nel perimetro dell’ambito rigenerativo “Piazza Trento” come tracciato dal nuovo PGT.

In primo luogo va evidenziato come piazza Trento, rispetto alle altre 6 Piazze considerate, non abbia le tipiche caratteristiche di una piazza, subendo peraltro il grande limite di essere interclusa nel suo versante sud dall’area scalo che, per il momento, impedisce ogni vocazione di attraversamento dall’ambito periferico verso il centro città. Ma a tutto ci può essere rimedio, o quasi.

L’operatore, difatti, nella sua seconda realizzazione progettuale di rigenerazione dello spazio pubblico, ha intelligentemente immaginato una passerella ciclopedonale che, dal versante sud di piazza Trento, scavalchi la circonvallazione esterna di viale Isonzo per scendere verso via Crema, consentendo quindi la percorribilità dalla periferia sud verso Porta Romana e il centro città. Questa giusta intuizione (che certamente fa tornare alla mente il progetto “Uno sguardo dal Ponte” del Centro Studi TAT) non viene tuttavia rappresentata e inserita nelle tavole progettuali, laddove il superamento della barriera di viale Isonzo verrebbe invece risolto mediante attraversamento semaforico con posa di nuova pavimentazione bicolore in porfido.

A questo punto è legittimo domandarsi perché sia stata immaginata una soluzione che però non trova la sua concretizzazione negli elaborati progettuali e la risposta risiede nell’indisponibilità di tutti i presupposti: in assenza di una progettazione disponibile sull’area dell’ex scalo ferroviario per la quale si attende ancora il primo masterplan, A2A non può materialmente raccordarsi con tale ambito per poter progettare una passerella che, dall’ambito terminale dell’ex scalo, transiti sul proprio compendio nel versante sud di piazza Trento, superi viale Isonzo e atterri all’inizio di via Crema.

Ecco quindi l’incongruenza: non può realizzarsi con le più efficaci soluzioni una delle principali finalità dello strumento urbanistico per le 7 Piazze, vocate a essere cerniera per la permeabilità tra la periferia e il centro città, in conseguenza di tempistiche pianificatore divergenti e della scelta di stralciare le aree degli ex scali ferroviari dalla programmazione del PGT, così che per il momento A2A confina con una realtà dalle forti aspettative ma con la quale è al momento impossibile fare i conti finanche a livello progettuale, auspicando che, rispetto a tali interventi, sia comunque privilegiato l’interesse pubblico, o meglio dei cittadini, e non solo gli interessi dei grandi operatori.


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